LA NOSTRA STORIA DALLA FINE DEL IV SECOLO A OGGI

Luogo venerato di sepoltura del patrono Ambrogio, la Basilica è un testimone millenario delle vicende di Milano e della sua gente.

  • secolo IV

    Dalla fondazione alla sepoltura di Ambrogio: alle origini dell’identità milanese Dalla fondazione alla sepoltura di Ambrogio: alle origini dell’identità milanese

    Dalla fondazione alla sepoltura di Ambrogio: alle origini dell’identità milanese

    Nel 374 Ambrogio, funzionario dell’impero romano, viene eletto vescovo di Milano per volontà del popolo.
    Nella primavera del 386 il vescovo ritrova i corpi dei giovani martiri milanesi Protaso e Gervaso davanti ai cancelli dell’antica basilica di Nabore e Felice e li fa traslare nella nuova chiesa, che prende il nome di Basilica martyrum (Basilica dei martiri).

    La costruzione, iniziata già dal 379, sorge infatti sulla vasta necropoli fuori dalle mura cittadine, dove si trovano già altre sepolture monumentali come quella di san Vittore (oggi sacello San Vittore in Ciel d’oro). Come ricorda Ambrogio, i milanesi cominciano subito a chiamare la Basilica “Ambrosiana”: il vescovo stesso la sceglie come luogo di sepoltura. Ambrogio muore nella notte tra il 3 e il 4 aprile del 397 e viene inumato alla sinistra dei corpi di Protaso e Gervaso. 

  • secoli VIII-XIII

    Monaci e canonici all’ombra delle due torri: la Basilica nell’età di mezzo Monaci e canonici all’ombra delle due torri: la Basilica nell’età di mezzo

    Monaci e canonici all’ombra delle due torri: la Basilica nell’età di mezzo

    Nel corso dei secoli la Basilica, da subito meta di pellegrinaggi, acquista un’importanza sempre più grande tra le altre chiese milanesi. Nel 784 l’arcivescovo di Milano Pietro fonda un monastero benedettino intitolato ai santi Protaso, Gervaso e Ambrogio accanto alla Basilica. La nuova comunità monastica si inserisce nel progetto spirituale e politico dell’impero di Carlo Magno e si affianca ai preti che già officiano la Basilica. Tra l’824 e l’859 l’arcivescovo di Milano Angilberto II commissiona al magister phaber Volvino uno splendido altare d’oro dove fa trasferire solennemente le spoglie dei santi; contemporaneamente si procede alla ricostruzione della chiesa (atrio e campanile dei monaci), dove trovano sepoltura alcuni membri della famiglia di Carlo Magno.

    Tra la fine del X secolo e l’inizio dell’XI, il gruppo di preti officianti si organizza in un collegio canonicale: da questo momento, la storia della basilica, quella delle due comunità – i monaci e i canonici – e delle loro controversie rimangono strettamente legate per tutti i secoli del Medioevo. Tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo, la Basilica viene ricostruita completamente in forme romaniche: nel 1128 l’arcivescovo Anselmo V concede ai canonici di erigere un secondo campanile a sinistra della facciata della Basilica. Nel 1162 Federico I Barbarossa assedia e distrugge Milano: i canonici sono costretti all’esilio nel borgo di Porta Vercellina, mentre i monaci rimangono a custodire monastero e Basilica. Nel 1201 si chiude la prima grande fase delle controversie tra canonici e monaci sulla divisione delle offerte, sulla custodia dell’altare d’oro, sull’uso delle campane e sulle questioni legate alla cura pastorale.

  • secoli XIV-XV

    Umanesimo e rinascimento a Sant’Ambrogio: da Petrarca a Bramante Umanesimo e rinascimento a Sant’Ambrogio: da Petrarca a Bramante

    Umanesimo e rinascimento a Sant’Ambrogio: da Petrarca a Bramante

    Durante il suo soggiorno milanese (1353-1361), Francesco Petrarca studia i preziosi codici medievali con le opere di Ambrogio e, in una lettera all’amico Francesco Nelli, descrive il tondo con il ritratto del santo. Rinnovando la tradizione delle incoronazioni regie durante i secoli centrali del Medioevo, il 5 settembre 1395 Gian Galeazzo Visconti viene nominato duca di Milano dall’inviato dell’imperatore Venceslao; nel 1431 l’imperatore Sigismondo di Lussemburgo, incoronato re d’Italia in Sant’Ambrogio, concede alla chiesa il titolo di Basilica imperiale.

    Nella seconda metà del XV secolo, vengono intrapresi importanti lavori di ampliamento della chiesa, della canonica e del monastero: nel 1477 sono realizzati il sepolcro monumentale dell’umanista milanese Pier Candido Decembrio e l’Oratorio della Passione. Il 19 settembre 1492 Donato Bramante, su incarico di Ludovico il Moro, inizia i lavori di ricostruzione della canonica di Sant’Ambrogio, della porta monumentale, delle cappelle della Basilica e del monastero. Nel 1497 il cardinale Ascanio Sforza sostituisce la comunità benedettina con i monaci cistercensi provenienti da Chiaravalle.

  • secoli XVI-XVIII

    Trasformazioni e rivoluzioni: da san Carlo a Napoleone Trasformazioni e rivoluzioni: da san Carlo a Napoleone

    Trasformazioni e rivoluzioni: da san Carlo a Napoleone

    Nel 1566 san Carlo Borromeo (1538-1584) compie la prima visita pastorale a Sant’Ambrogio e si adopera per l’adeguamento della Basilica e del capitolo canonicale alle nuove direttive emerse dal concilio di Trento (1545-1563). Nel 1590 il furto rocambolesco di tre formelle danneggia pesantemente l’altare d’oro, che viene restaurato pochi anni dopo. Nel 1630 si chiudono le controversie tra monaci e canonici con un accordo ratificato da papa Urbano VIII. Nel 1631 l’arcivescovo di Milano Federico Borromeo (1564-1631) avvia i restauri dell’atrio nella Basilica, recuperando i modelli propri dell’arte romanica.

    Durante il XVII e il XVIII secolo la chiesa viene decorata secondo il gusto dell’arte barocca; nel 1737 i monaci promuovono una campagna di affreschi di Giambattista Tiepolo nella Basilica. Dopo la rivoluzione francese, la politica di soppressione degli enti religiosi decreta la fine del monastero cistercense nel 1797 e del capitolo canonicale l’anno successivo; sopravvive soltanto la Parrocchia di Sant’Ambrogio, ufficialmente creata nel 1787.

  • secoli XIX-XX

    La stagione delle scoperte e dei restauri: dall’Ottocento ai giorni nostri La stagione delle scoperte e dei restauri: dall’Ottocento ai giorni nostri

    La stagione delle scoperte e dei restauri: dall’Ottocento ai giorni nostri

    Nel 1857 il parroco monsignor Francesco Maria Rossi inizia una stagione di imponenti restauri del complesso monumentale di Sant’Ambrogio: la Basilica viene riportata allo “stile antico” con interventi che durano fino all’inizio del Novecento. Tra il 1871 e il 1874 avvengono il ritrovamento del sarcofago di porfido contenente i resti dei santi e la solenne ricognizione delle reliquie di Ambrogio, Protaso e Gervaso. Nel 1897 si inaugura la nuova cripta con l’urna di cristallo e d’argento dei santi, finanziata dalle maggiori famiglie milanesi.

    Nel 1904 Papa Pio X concede al parroco di Sant’Ambrogio il titolo di “abate mitrato” in ricordo dell’antico monastero soppresso. Durante la prima guerra mondiale, l’altare d’oro per ragioni di sicurezza viene trasferito in Vaticano nel 1917 e rientra in Basilica tre anni dopo. Sant’Ambrogio subisce invece gravi danni durante il secondo conflitto mondiale: nell’agosto 1943 le bombe degli Alleati provocano il crollo dell’abside e la distruzione della canonica. Protetto da sacchi di sabbia, il ciborio sopravvive; l’altare d’oro non è presente in Basilica ma ancora una volta viene mandato in Vaticano. Nel 1949 l’architetto Ferdinando Reggiori conclude i lavori di restauro della Basilica e del complesso monumentale e inaugura il primo Museo di Sant’Ambrogio.

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