Visita pastorale dell'Arcivescovo
Domenica prossima, 4 dicembre – due giorni prima di aprire le celebrazioni per la ricorrenza di S. Ambrogio con il suo tradizionale messaggio annuale alla città – il nostro Arcivescovo, mons. Mario Delpini, passerà da noi per compiere la Visita pastorale che, dopo tanti mesi di rinvio a causa della pandemia, per quanto riguarda la città di Milano aveva preso le mosse il 9 gennaio scorso proprio dalla nostra Basilica.
In quell’occasione il Vescovo Mario aveva chiarito le proprie intenzioni: “Sono qui a pregare con voi e a chiedere collaborazione. . . . Vengo come un pellegrino e vorrei non soltanto vedere cose o partecipare a riunioni, ma stare con le persone in dialogo e ascolto reciproco. Non ho nuove direttive da indicare, ma sono come un mendicante che chiede aiuto perché la missione che mi è stata affidata possa continuare. Vorrei essere come uno che non disturba troppo: un povero che ha bisogno di sentire il frutto che, nelle comunità, ha portato la parola di Dio”.
Certo la situazione non è la più brillante. C’è da chiedersi perché alla Chiesa è stato sottratto il consenso della gente, il prestigio sociale, la funzione riconosciuta di offrire luoghi di aggregazione e d’incontro, soluzione ai problemi e strutture accoglienti e abitate da una persuasione di appartenenza, non solo dalla pretesa di servizio.
L’Arcivescovo si chiede se nelle nostre comunità si sia spenta la gioia, si sia esaurita la determinazione a cercare le persone, si siano diradate le occasioni per annunciare il Vangelo e la convinzione che la vita sia una vocazione. Sì, insomma, si sia perso un senso festoso di appartenenza alla comunità.
Tuttavia Mons. Delpini è convinto che nella città ci siano germogli di vita buona, «germogli di una vita spirituale che è come un roveto ardente. Cerco e trovo i segni del Regno negli ospedali da campo che sono le parrocchie: un ospedale sempre aperto, accogliente. Li trovo nelle storie di santità raccontate, nelle vite dedicate alla preghiera nei monasteri e nelle comunità di vita consacrata, nei carismi sbocciati in terre lontane e che hanno trovato qui a Milano il terreno adatto per produrre molti frutti. Cerco la presenza di Dio e l’inquietudine di coloro che non l’hanno trovato, in tanti fratelli uomini e donne pensosi. Anche questi sono segni del Regno. Cerco e riconosco la presenza di Dio nella passione educativa – così caratteristica della nostra Diocesi, che anima oratori, scuole, movimenti, associazioni – e nel recupero di persone che la vita ha messo a dura prova. Ecco i segni del Regno in questa immensa dedizione per cui la città ringrazia, anche se un po’ di nascosto, perché a volte il mondo laico imbarazzato nel dover riconoscere quanto bene si fa nelle comunità cristiane. Voglio condividere la gioia di queste scoperte».
Domenica prossima ascolterà la nostra esperienza, i nostri dubbi e le nostre speranze, condividendo con i sacerdoti e i fedeli alcuni momenti della vita parrocchiale. Incontrerà la realtà della Parrocchia nei suoi aspetti quotidiani. Ma l’attenzione alla dimensione ordinaria non impedirà, comunque, che la Visita Pastorale sia motivo di gioia. Anzitutto per il fatto dell’incontro tra il Vescovo e il “suo” popolo. La Visita Pastorale è, infatti, per la Chiesa diocesana espressione e richiamo dell’unità, di cui il Vescovo è “visibile principio e fondamento nelle Chiese particolari” (Costituzione Lumen Gentium, n. 23).
Il programma della visita
09:45 - L’Arcivescovo incontra in Sala Addolorata i ragazzi dell’Iniziazione Cristiana (II e III elementare) con i loro genitori.
10:30 - S. Messa in Basilica presieduto dall’Arcivescovo e concelebrata dai sacerdoti. Al termine consegna ai nonni della “regola di vita”.
12:15 - L’Arcivescovo incontra in Sala Addolorata il Consiglio Pastorale Parrocchiale.